venerdì 30 luglio 2010

Rinnovabili: 250 milioni in arrivo per le aziende del Sud Italia che investono in energia rinnovabile e risparmio energetico

In arrivo 250 milioni di euro per le imprese delle regioni del Mezzogiorno a obiettivo convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) che investano in energie rinnovabili, risparmio energetico e innovazione. In più, per chi investe in ricerca e competitività, sono previste altre importanti agevolazioni.
Sono infatti in arrivo due bandi: il primo in ambito POI (Programma Operativo Interregionale), su energia rinnovabile e risparmio energetico 2007-2013; il secondo in ambito PON ricerca e competitività 2007-2013, già approvati dal legislatore. (fonte: pmi.it)

Si tratta di buone notizie per l'imprenditoria delle regioni interessate.  In attesa di conoscere i particolari dei bandi in procinto di essere pubblicati,  per quanto riguarda il POI energia, ritengo sia utile rimandare alla lettura di alcune considerazioni scritte dal sottoscritto riguardanti il bando POI relativo agli enti pubblici, dato che, probabilmente, le specifiche tecniche saranno simili.

giovedì 15 luglio 2010

L'importanza della protesta all'Università e la necessità di coinvolgere i precari

Chi scrive è convinto che l'unica via per uscire dalla crisi sia quella di investire in ricerca, in quella che è definita "ricerca di  base", scevra quindi da ogni legame diretto con il mondo dell'industria e volta sopratutto a studiare e cercare di ottenere "qualcosa" che possa apportare un miglioramento, piccolo o grande, all'umanità.  Chi scrive è convinto che compito principale dello Stato dovrebbe essere quello di garantire, attraverso le Università pubbliche e gli enti di ricerca, a prescindere dall'evoluzione dei mercati mondiali, la possibilità di cercare una soluzione a questo o quel problema, sia esso di natura economica, sociale, medica, ingegneristica o agraria.   Rinunciare, di contro, alla ricerca, allo studio, alla cultura, corrisponde al catapultare l'Italia nel terzo mondo, distruggendo di fatto ogni possibilità di garantire alle generazioni future un miglioramento della qualità della vita che provenga dalle menti che vivono ed operano nella nostra Italia.
La protesta dei docenti e ricercatori di ingegneria e di tutta la Federico II è condivisa e condivisibile ma dovrebbe partire da un gradino più in basso, da quella massa informe che costituisce ed unifica figure di diverso livello e contrattualizzazione che è il precariato della ricerca.    
I ricercatori precari ed i loro futuri epigoni (i dottorandi) costituiscono allo stato attuale il fondamento della ricerca e dell'università italiane:  non è sbagliato ammettere che senza i ricercatori precari buona parte dei progetti non andrebbe a buon fine.  Se questo concetto vale solo in parte negli enti di ricerca,  per quanto riguarda le università italiane, se si fermassero i ricercatori precari si assisterebbe al blocco dell'attività di ricerca e ad una grossa limitazione delle attività didattiche.  Essendo al contempo queste figure le più deboli, le più manovrabili e meno indipendenti, appare facilmente comprensibile quanto agli occhi di chi scrive ogni forma di protesta perderebbe significato se non fosse adottata con la certezza di avere l'appoggio completo di questa massa.   L'esempio più semplice riguarda la decisione dei ricercatori di non svolgere più l'attività didattica gratuita e di "limitarsi" alle competenze per cui si è vinto un concorso e si è stati assunti: svolgere attività di ricerca.   Tale protesta che di fatto rischia di bloccare l'attività didattica del prossimo anno sarebbe nulla e vana qualora i docenti decidessero di chiedere ai propri collaboratori a tempo determinato di subentrare e di diventare docenti a contratto per un semestre, prendendosi carico - con minimo compenso - di questo o quel corso.  
Qualsiasi decisione, pertanto, dovrebbe essere presa - e si auspica che sia così - conoscendo e consultando il parere dei precari della ricerca. 

La posizione degli studenti di ingegneria, il cui comunicato è comparso su facebook qualche giorno fa, deve far riflettere sul come già agli occhi di una parte dell'opinione pubblica, l'università sia diventata un mero diplomificio:  agli studenti non importa la qualità del proprio studio nè del ruolo che hanno le Università nel creare cultura e ricerca ma sono fondamentalmente mossi dalla necessità di portare a casa quanto prima possibile il fatidico pezzo di carta. Docenti e ricercatori hanno sospeso le attività didattiche e gli esami per una settimana e la richiesta degli studenti è stata quella di fare esami in agosto con un comunicato che aveva il sapore del "protestate ma non rallentate la nostra corsa verso la laurea". 

A margine di queste righe che racchiudono in ordine sparso idee e sentimenti di chi scrive in merito allo stato di agitazione nelle università italiane, segnalo che la Federico II in tutte le sue componenti si riunisce in Assemblea il prossimo 19/7/2010 a Monte Sant'Angelo.


giovedì 8 luglio 2010

La legge bavaglio limita la libertà di informazione ed espressione e danneggia tutti, blogger compresi

Per domani 9 luglio è stato indetto uno sciopero dei giornalisti per protestare contro la prossima approvazione di quella che è oramai famosa come legge bavaglio.  Pur condividendo in pieno le motivazioni dei giornalisti, dato che la legge sulle intercettazioni, oltre a danneggiare oltremodo l'operato della magistratura ed a costituire di fatto un enorme regalo ai delinquenti, limita e non poco il diritto di informazione, garantito dalla Costituzione Italiana, chi scrive, qualora abbia tempo ed idee, non esiterà a pubblicare un intervento anche domani, per il fondamentale motivo che un blog non è un prodotto editoriale, non è una rivista on line nè ha la pretesa e sopratutto volontà di esserlo.   
La forma di protesta che un blogger può attuare è quella di resistere (e qui vengono in mente le parole di un gruppo di blogger bellunesi, che hanno fatto della corsa e della resistenza uno stile di vita), perseverare nel dedicare attimi del proprio tempo libero ad aggiornare il proprio diario, a pubblicare i propri pensieri, a continuare a dimostrare di essere libero nell'esprimere questo o quel parere, questa o quella opinione.
Con l'approvazione della legge bavaglio verrà limitata la libertà di espressione ed opinione anche dei blogger, in quanto è prevista l'introduzione "per tutti i siti informatici" dell'obbligo di rettifica entro 48 ore dalla richiesta da parte della persona che si ritiene offesa, nei modi e nei termini simili all'intervento per cui si è chiesta la rettifica, senza che sia portata motivazione alcuna e prove di aver scritto qualche cosa che sia difforme dalla realtà.   Qualora un blogger, equiparato ad un grande editore da questa legge, non rispetti i tempi nel pubblicare la rettifica subirà una sanzione che può arrivare fino a 12.500 euro.  I rischi per i blogger, al di là della sanzione, sono molteplici e bene espressi in questo intervento pubblicato su scrittinediti.it e da quanto già l'anno scorso fatto notare dal blog di Guido Scorza.
Chi scrive auspica non solo una tardiva modifica del famigerato articolo 28 riguardante le rettifiche imposte in termini di tempo e modi a tutti, che siano quotidiani di rilevanza nazionale o blog amatoriali di semplici cittadini, ma che in parlamento si faccia in modo di individuare soluzioni tali da garantire  la privacy dei cittadini (anche se in realtà le utenze intercettate sono pochissime rispetto al totale) senza danneggiare o limitare diritti fondamentali come la libertà di opinione o quella di stampa e sopratutto senza bagnare le munizioni alle forze dell'ordine ed alla magistratura, dato che lo strumento delle intercettazioni è di fondamentale importanza per individuare i colpevoli di qualsivoglia crimine.
Un blog rappresenta una delle massime espressioni di libertà di pensiero possibili in questo scorcio di XXI secolo e troppo spesso rappresenta il principale veicolo di informazione per diversi internauti desiderosi di approfondire questa o quella tematica. 
Uno degli esempi più eclatanti di come sia più facile reperire informazioni veritiere e documentate su fatti quotidiani attraverso il circuito dei blog piuttosto che consultando i quotidiani on line è rappresentato dalla protesta dei cittadini de l'Aquila, di fatto dimenticati -fino ad ieri- dai governanti e dai giornali. Per chi frequenta la blogosfera era immediato visitare miskappa.blogspot.com, blog di una cittadina aquilana incentrato sulle vicissitudini e problematiche del post-terremoto, per conoscere, guardare e spesso ascoltare le lamentele di tutti quei cittadini che lamentano come a l'Aquila non sia ancora ricominciata una vera ricostruzione.

Questo intervento è pubblicato in tutti i blog curati dal sottoscritto: laboratorio napoletano, quelli di ingegneria meccanica e laboratorio di cinema:recensioni ed altro .

Fabrizio Reale

giovedì 1 luglio 2010

stato di agitazione ad Ingegneria Federico II : il comunicato di professori e ricercatori riguardante l'assemblea del 30 giugno 2010

Piazzale Tecchio con a sinistra la facoltà di Ingegneria (triennio)

edit 9 luglio: Per quanto riguarda le prossime settimane gli esami si terranno regolarmente.

E' di seguito pubblicato il comunicato approvato durante l'assemblea di professori e ricercatori  della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli FEDERICO II, tenutasi ieri 30 giugno 2010 per discutere delle ricadute sul sistema universitario della manovra finanziaria.

I professori e ricercatori della Facoltà di Ingegneria della Università degli Studi di Napoli Federico II, visto il testo della manovra del DL 31 maggio 2010 n.78 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” in relazione alle ricadute sul sistema universitario e sui professori e i ricercatori, approvano e fanno proprio il parere espresso dal CUN nell’adunanza del 9 giungo 2010 ed in aggiunta evidenziano quanto segue:

1. La manovra proposta dal governo riduce ulteriormente ed in maniera sensibile le risorse destinate all’Università e quindi alla ricerca e alla formazione, fondamentali per lo sviluppo culturale, economico e sociale di un Paese civile. L’Italia è il solo paese che in controtendenza a quanto avviene nei Paesi più progrediti d’Europa e del resto del mondo, ha previsto un taglio degli investimenti per l’Università e la ricerca; questi tagli sul budget del MIUR sono ancora più gravi se si considera che la percentuale del PIL destinata all’istruzione superiore è dello 0,8% contro l'1,3% dei paesi OCSE; che l'entità della spesa per la formazione universitaria rispetto al totale della spesa pubblica per servizi è dell'1,6% contro una media del 2,9% nell’Unione Europea; che l'entità della spesa annua italiana per la formazione universitaria è di 6.900 euro per studente contro i 9.600 della media europea; che il rapporto tra studenti e docenti italiani è di quasi sei punti superiore alla media OCSE (21,4 contro 15,8); che la percentuale nazionale di laureati e dottori di ricerca sulla popolazione attiva è meno della metà rispetto agli altri paesi di economia avanzata (12 contro 26).

2. la manovra finanziaria non sana per nulla il pesante taglio ai finanziamenti per l’università operato dalla ben nota Legge 133/08, per cui le risorse che si libereranno per effetto del turn-over nei prossimi anni, durante i quali un numero estremamente elevato di docenti verrà collocato a riposo, dovrà essere impiegato dalle Università per porre rimedio ai tagli e si determinerà così una perdita secca di posti di ruolo che, insieme alla drastica riduzione dei fondi, porterà al sostanziale azzeramento delle opportunità di investimento e di inserimento e progressione di carriera per il personale docente.

3. I docenti universitari chiedono di essere sottoposti a meccanismi seri di valutazione del merito e non vogliono sottrarsi a sacrifici e misure anche severe purché eque. Le misure previste per i docenti universitari, che già dalle statistiche OCSE risultano tra i meno remunerati d’Europa, sono invece inique, punitive e di una entità inaudita. La manovra infatti bloccando per tre anni classi e scatti stabilendone l’irrecuperabilità anche a posteriori e bloccando l’adeguamento annuale delle posizioni stipendiali sulla base degli indici annualmente determinati dall’Istat, comporta una significativa modifica delle curve retributive della docenza. Gli effetti del blocco sono differenziati per posizioni ed età anagrafica ma il rallentamento della dinamica retributiva produce danni maggiori per i docenti più giovani. Proprio perché i tagli non sono recuperabili, il loro effetto va misurato in termini di perdita sull’arco dell’intera carriera e per un giovane supera di gran lunga i centomila euro sull’intero periodo lavorativo.

4. I docenti universitari, la cui progressione di carriera è da sempre agganciata a quella dei magistrati e di altre categorie non contrattualizzate, è la sola categoria a cui non si riconosce la possibilità di recuperare il blocco degli scatti.

Alla luce di queste considerazioni i professori e i ricercatori della Facoltà di Ingegneria della Università degli Studi di Napoli Federico II chiedono:

- La revisione dei tagli imposti al FFO dalla Legge 133/08;

- l’abolizione, nel rispetto dell’autonomia universitaria, dei vincoli di destinazione per le risorse resesi disponibili grazie al turn-over;

- la mitigazione del blocco del turn-over attualmente inasprito al 20 % delle risorse liberatesi;

- Il recupero degli incrementi stipendiali e degli scatti bloccati per il triennio 2011-2013.


Al fine di rendere tutti consapevoli delle gravi ripercussioni che l’eventuale attuazione della manovra finanziaria e l’approvazione del DDL 1905 produrrebbero nel mondo universitario e di conseguenza nel Paese, i professori e ricercatori della Facoltà di Ingegneria della Università degli Studi di Napoli Federico II proclamano:
LA SOSPENSIONE DEGLI ESAMI DI LAUREA E DI PROFITTO DAL 5 LUGLIO AL 9 LUGLIO.

L’ASSEMBLEA SI RIAGGIORNERA’ IL 9 LUGLIO PER VALUTARE LO STATO DELL’AGITAZIONE ED EVENTUALMENTE ATTUARE, IN ALTRE FORME, AZIONI ATTE A RICHIAMARE L’ATTENZIONE PUBBLICA.

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