giovedì 1 luglio 2010

stato di agitazione ad Ingegneria Federico II : il comunicato di professori e ricercatori riguardante l'assemblea del 30 giugno 2010

Piazzale Tecchio con a sinistra la facoltà di Ingegneria (triennio)

edit 9 luglio: Per quanto riguarda le prossime settimane gli esami si terranno regolarmente.

E' di seguito pubblicato il comunicato approvato durante l'assemblea di professori e ricercatori  della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli FEDERICO II, tenutasi ieri 30 giugno 2010 per discutere delle ricadute sul sistema universitario della manovra finanziaria.

I professori e ricercatori della Facoltà di Ingegneria della Università degli Studi di Napoli Federico II, visto il testo della manovra del DL 31 maggio 2010 n.78 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” in relazione alle ricadute sul sistema universitario e sui professori e i ricercatori, approvano e fanno proprio il parere espresso dal CUN nell’adunanza del 9 giungo 2010 ed in aggiunta evidenziano quanto segue:

1. La manovra proposta dal governo riduce ulteriormente ed in maniera sensibile le risorse destinate all’Università e quindi alla ricerca e alla formazione, fondamentali per lo sviluppo culturale, economico e sociale di un Paese civile. L’Italia è il solo paese che in controtendenza a quanto avviene nei Paesi più progrediti d’Europa e del resto del mondo, ha previsto un taglio degli investimenti per l’Università e la ricerca; questi tagli sul budget del MIUR sono ancora più gravi se si considera che la percentuale del PIL destinata all’istruzione superiore è dello 0,8% contro l'1,3% dei paesi OCSE; che l'entità della spesa per la formazione universitaria rispetto al totale della spesa pubblica per servizi è dell'1,6% contro una media del 2,9% nell’Unione Europea; che l'entità della spesa annua italiana per la formazione universitaria è di 6.900 euro per studente contro i 9.600 della media europea; che il rapporto tra studenti e docenti italiani è di quasi sei punti superiore alla media OCSE (21,4 contro 15,8); che la percentuale nazionale di laureati e dottori di ricerca sulla popolazione attiva è meno della metà rispetto agli altri paesi di economia avanzata (12 contro 26).

2. la manovra finanziaria non sana per nulla il pesante taglio ai finanziamenti per l’università operato dalla ben nota Legge 133/08, per cui le risorse che si libereranno per effetto del turn-over nei prossimi anni, durante i quali un numero estremamente elevato di docenti verrà collocato a riposo, dovrà essere impiegato dalle Università per porre rimedio ai tagli e si determinerà così una perdita secca di posti di ruolo che, insieme alla drastica riduzione dei fondi, porterà al sostanziale azzeramento delle opportunità di investimento e di inserimento e progressione di carriera per il personale docente.

3. I docenti universitari chiedono di essere sottoposti a meccanismi seri di valutazione del merito e non vogliono sottrarsi a sacrifici e misure anche severe purché eque. Le misure previste per i docenti universitari, che già dalle statistiche OCSE risultano tra i meno remunerati d’Europa, sono invece inique, punitive e di una entità inaudita. La manovra infatti bloccando per tre anni classi e scatti stabilendone l’irrecuperabilità anche a posteriori e bloccando l’adeguamento annuale delle posizioni stipendiali sulla base degli indici annualmente determinati dall’Istat, comporta una significativa modifica delle curve retributive della docenza. Gli effetti del blocco sono differenziati per posizioni ed età anagrafica ma il rallentamento della dinamica retributiva produce danni maggiori per i docenti più giovani. Proprio perché i tagli non sono recuperabili, il loro effetto va misurato in termini di perdita sull’arco dell’intera carriera e per un giovane supera di gran lunga i centomila euro sull’intero periodo lavorativo.

4. I docenti universitari, la cui progressione di carriera è da sempre agganciata a quella dei magistrati e di altre categorie non contrattualizzate, è la sola categoria a cui non si riconosce la possibilità di recuperare il blocco degli scatti.

Alla luce di queste considerazioni i professori e i ricercatori della Facoltà di Ingegneria della Università degli Studi di Napoli Federico II chiedono:

- La revisione dei tagli imposti al FFO dalla Legge 133/08;

- l’abolizione, nel rispetto dell’autonomia universitaria, dei vincoli di destinazione per le risorse resesi disponibili grazie al turn-over;

- la mitigazione del blocco del turn-over attualmente inasprito al 20 % delle risorse liberatesi;

- Il recupero degli incrementi stipendiali e degli scatti bloccati per il triennio 2011-2013.


Al fine di rendere tutti consapevoli delle gravi ripercussioni che l’eventuale attuazione della manovra finanziaria e l’approvazione del DDL 1905 produrrebbero nel mondo universitario e di conseguenza nel Paese, i professori e ricercatori della Facoltà di Ingegneria della Università degli Studi di Napoli Federico II proclamano:
LA SOSPENSIONE DEGLI ESAMI DI LAUREA E DI PROFITTO DAL 5 LUGLIO AL 9 LUGLIO.

L’ASSEMBLEA SI RIAGGIORNERA’ IL 9 LUGLIO PER VALUTARE LO STATO DELL’AGITAZIONE ED EVENTUALMENTE ATTUARE, IN ALTRE FORME, AZIONI ATTE A RICHIAMARE L’ATTENZIONE PUBBLICA.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io sono studente dell'Università parthenope...a noi il blocco delle attività è iniziato il 20 giugno...vorrei che ci unissimo noi della parthenope insieme con voi per un corteo, una manifestazione...qualkosa che possa aiutarci a muovere la situazione o quanto meno a far sentire il nostro disagio. Cosa ne pensate?

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