Con questo post intendiamo dare inizio ad una discussione su un tema che sta molto a cuore al sottoscritto e, credo di non sbagliarmi, anche a chi mi ospita sul suo blog. Si tratta della emigrazione dei lavoratori dal meridione. Personalmente non sono contrario alla mobilitá del lavoro e dei lavoratori; sia che si tratti di cambiare azienda piuttosto che di cambiare cittá o regione o persino paese. Credo che avere questa opportunitá sia un valore, a patto che sia una scelta del lavoratore non un obbligo. Parlare oggi del posto fisso (leggi Giulio T.) sotto casa mi sembra anacronistico. Tuttavia in tanti anni di annunci e di editti niente si é fatto per risollevare le sorti di quelle aree che vengono considerate depresse e creare occupazione stabile. Sul come e cosa si potrebbe fare per dare una scossa alla economia del Sud, e non solo, ritorneremo con un altro post. Sta di fatto che dove sono nato neanche avere una elevata qualificazione o specializzazione garantisce la possibilitá di scegliere se rimanere e lavorare nella propria cittá o regione.
Una consistente parte degli amici che mi hanno accompagnato negli studi e nella vita (parliamo di ingegneri per lo piú) oggi lavora lontano dalla cittá dove sono nati. Molti si sono "trasferiti" nel nord Italia. Metto tra virgolette trasferiti perché da molti dei loro commenti nei vari social network sembra che non siano proprio contenti della loro "scelta". Forse proprio perché non é stata una scelta libera. Molti altri sono addirittura espatriati. Tutti, comunque, sembrano non rassegnarsi al nuovo luogo di lavoro e vorrebbero riuscire a tornare dove hanno affetti e relazioni.
Per quanto mi riguarda faccio parte della "legione" straniera. É da un anno che vivo in Inghilterra, e per me é stata una scelta consapevole e libera. O almeno non é stata condizionata dalla mancanza di un lavoro. Mi si é presentata l'opportunitá di cambiare, in un momento in cui desideravo farlo, e l'ho colta. Oggi non ho alcuna intenzione di tornare indietro; tuttavia sono consapevole che se volessi tornare, cercare un lavoro nella mia terra natale, o solo sul territorio nazionale, sarebbe estremamente difficile per due ragioni: da un lato la carenza di posti di lavoro e dall'altro la retribuzione. Si perché non si tratta solo di numero di posti di lavoro disponibili. É tutto il quadro in Italia, e specialmente al Sud, ad essere disarmante.
Mi piacerebbe raccogliere i commenti di voi che leggete e conoscere le vostre storie personali: cosa vi ha spinto ad "emigrare", se desiderate tornare nei luoghi della vostra infanzia piuttosto che mettere radici dove ora si svolge la vostra vita (o gran parte di essa).